Le Opere di Misericordia sono fiori profumati che spuntano e crescono in un meraviglioso giardino coltivato e curato da un giardiniere espertissimo: il Buon Dio.
Il terreno, fertilissimo, è annaffiato, concimato, lavorato da Lui, che – per amore – ha creato tutti gli uomini che ne sono i beneficiari e devono considerarsi TUTTI figli suoi, TUTTI amati senza distinzione alcuna. Gesù con il suo messaggio di amore ci ha detto: “fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te; non fare agli altri ciò che NON vorresti fosse fatto a te”.
I fiori delle opere di misericordia sono coltivati da Dio … però questi devono lasciarsi curare e coltivare da Lui, collaborando, prestando il proprio concreto contributo, aprendosi a Dio per ricevere a ai fratelli per donare ciò che hanno ricevuto. Da questo si capisce che i fiori sono le opere … ma anche le persone che – come i fiori – ricevono i profumi e li emanano intorno a sé.
Le opere di Misericordia corporali sono:
1) Dar da mangiare agli affamati;
2) Dar da bere agli assetati;
3) Vestire gli ignudi …
Non si tratta solo di cibo, bevanda vestiti, ma di tutto ciò che serve, anche medicine, interventi chirurgici, igiene, curare la salute del corpo … Lavoro.
4) Alloggiare i pellegrini …
Non solo ospitare i viandanti, che sono costretti a viaggiare (e nel tempo passato i viaggi si protraevano per giorni e non c’erano mezzi di trasporto e alberghi) ma anche una casa a chi non ce l’ha … con affitti economicamente accettabili, favorendo chi si trova veramente in necessità, famiglie con bambini, emigranti … cercando di essere veramente accoglienti. Tenere le case disabitate, con la scusa che possono servire a lasciarle chiuse per anni e anni è un vero insulto a chi è costretto a vivere nella strada;
5) Visitare gli infermi …
Per assisterli, confortarli, condividere la loro sofferenza, aiutarli soprattutto a non sentirsi di peso per la loro inattività e a non provare la tentazione di farla finita (= il desiderio di morire).
6) Visitare i carcerati …
Anche i carcerati sono esseri umani con la loro dignità e meritevoli di attenzione e rispetto. Hanno sbagliato e pagano. Le carceri dovrebbero (?!?) essere luoghi di riscatto e di redenzione (non di vendetta). E chi ne esce – dopo aver scontato la pena – dovrebbe poter reinserirsi nella Società. Si fa per dire perché spesso la società li rifiuta. Fare loro visita quando sono in carcere non è facile. Possono farlo solo i familiari, gli avvocati e gli addetti ai lavori con un’infinità di limitazioni e di permessi. Ma è necessario stare loro vicini, perché vogliono sentirsi esseri umani per non cadere in depressione psichica e nella disperazione. Se poi si tratta di innocenti ingiustamente condannati è una vera e propria tragedia: anche se a distanza di tempo possono essere riconosciuti innocenti. Chi può ridonare loro gli anni perduti?
7) Seppellire i morti …
Quei corpi, anche se diventeranno cenere, sono stati benedetti e consacrati dai sacramenti, hanno fatto del bene, hanno amato, operato, trasmesso la vita, sono stati strumenti di cose buone insieme all’anima che da sola non poteva gire e anche tempio e tabernacolo della SS Trinità. Quei corpi sono destinati alla resurrezione finale – Talvolta servono per i trapianti, per lo studio a beneficio dei vivi, ecc .. Occorre delicatezza e rispetto sia che vengano lasciati alla corruzione del tempo o inceneriti con la cremazione. Il culto dei morti è profondamente sentito.
Le opere di Misericordia spirituali sono:
1) Consigliare i dubbiosi ….
Nessuno è così certo delle sue verità da non aver bisogno di dissipare i suoi dubbi e le sue perplessità. Talvolta si sente il bisogno di farsi consigliare. Chi è interpellato non può sottrarsi dal farlo. E il consiglio deve essere dato obiettivamente, in base a verità e giustizia, non contro principi moralmente gi1.lsti ed onesti, solo per contentare e giustificare le debolezze di chi si trova nel dubbio. Spesso accade che per stare tranquilli si chiedono consigli a quei consiglieri che giustificano cose anche moralmente illecite.
2) Insegnare agli ignoranti (coloro che non sanno) …
Dialogare con emigranti stranieri perché possano imparare la lingua, maestri esperti volontari che si prestano senza compenso per fare scuola a chi ha bisogno. Se viene richiesto e si è in grado di aiutare chi si trova in difficoltà, qualunque insegnamento deve essere dato.
3) Ammonire i peccatori …
La correzione fraterna è atto di squisita carità se si fa senza salire in cattedra, con umiltà, con delicatezza, con amore, senza umiliare, senza condannare la persona ma facendo notare sempre con delicatezza – l’inopportunità di un cattivo comportamento. Appellandosi alla saggezza di saper scegliere il momento e il modo per intervenire opportunamente. Altrimenti è meglio tacere e dissociarsi per non dare l’impressione di approvare.
4) Consolare g1i afflitti …
Non dobbiamo essere indifferenti e sottrarci alla condivisione e compartecipazione della sofferenza e della tristezza di chi è addolorato e afflitto. Non facciamo prediche e meno ancora diciamo cose che se pur belle l’interessato non vuole ascoltare!
Se la persona vuole sfogarsi, occorre lasciarla sfogare e intervenire dopo, magari correggendo certe storture o sconsideratezze che possono essere dette nel parlare; cercare di dire parole che solo il buon senso e la Carità suggeriscono. Occorre partecipare, condividere, mostrare interessamento e – per quanto è possibile – fare coraggio.
5) Perdonare le offese …
È la massima prova d’amore, specialmente se siamo innocenti e non abbiamo provocato l’offesa. Fare ogni tentativo per riappacificarsi e non porre mai una saracinesca anche se chi ha offeso o danneggiato sfugge e non ha voglia di fare pace. Lasciare sempre aperto uno spiraglio confidando in momenti più opportuni.
6) Sopportare pazientemente le persone moleste …
Pazienza, pazienza, pazienza, carità, carità, carità … È una vittoria sublime sulla propria irascibilità e intolleranza.
7) Pregare Dio per i vivi e per i morti
Perché gli uomini si amino come fratelli, costruiscano la pace basata sul diritto e la giustizia, perché si sentano solidali e si aiutino vicendevolmente. Perché non commettano violenza, ingiustizie e non facciano peccati offendendo Dio e il prossimo, per la salvezza delle loro anime e per i morti, per le anime Sante del Purgatorio, specialmente per quelle per le quali nessuno prega e sono le più dimenticate.
Le Opere di Misericordia sono perle di un prezioso diadema sulla fronte del cristiano. Nei primi tempi del Cristianesimo i cristiani si riconoscevano da come si amavano. La gente diceva: “Guardate come si amano: sono Cristiani. È l’AMORE che è il distintivo del Cristiano ed è sempre attuale, non HA SCADENZA!